Rino De Candido nasce a Domanins, una frazione del comune italiano di San Giorgio della Richinvelda, in Friuli-Venezia Giulia il 2 giugno 1954. È stato nominato direttore sportivo della squadra under 23 della Unione Ciclisti Trevigiani Energiapura Marchiol.
Si avvicina al mondo del pedale nel 1971 tra gli esordienti mettendosi presto in luce per le sue qualità su pista. Nel 1973 il friulano si aggiudica il titolo di campione italiano nell’inseguimento individuale, categoria allievi.
Rino entra nell’organico della Ciclisti Padovani e poi si accasa alla Despar Padova e quindi alla Forestale. Se su strada il suo palmares racconta di una ventina si successi, Rino da il meglio di sé su pista.
Nel 1975 conquista il titolo di campione mondiale militare di inseguimento e l’anno successivo Rino De Candido, assieme a Cesare Cipollini, Sandro Callari e Giuseppe Saronni conquista il Mondiale nella quattro chilometri inseguimento a squadre.
Rino De Candido prende parte ai Giochi Olimpici di Montreal 1976 assieme a Sandro Callari, Cesare Cipollini e Giuseppe Saronni ottenendo il sesto posto nel quartetto. Nelle stagioni successivi conquista quattro titoli nazionali e nel 1979, quando il ciclista friulano sta preparandosi ai Giochi Olimpici di Mosca, il blocco governativo dei militari ne blocca il progetto spingendolo ad intraprendere la carriera di tecnico entrando anche nello staff della nazionale.
È stato commissario tecnico della nazionale Juniores fino al 2022 ed ha vinto quattro mondiali su strada (Damiano Cunego a Verona nel 1999, due di Diego Ulissi 2006-2007, Antonio Tiberi nella crono 2019) e cinque Europei su strada (Wachermann, Affini, Gazzoli, Bettiol, Piccolo).
Sul podio iridato arrivò secondo con Mattia Cattaneo nel 2008 (che poi vinse il Giro Baby nel 2011 con i colori della Trevigiani), Luca Rastelli e Michele Gazzoli nel 2017, secondo e terzo, ed Alessio Martinelli secondo nel 2019. “Non importa quanti anni si ha anagraficamente – rivela Rino De Candido – dipende quanti ne senti dentro te stesso”.
